Previdenza complementare
I contributi versati a forme di Previdenza Complementare sono deducibili dal reddito fino alla soglia annua di 5.164,57 euro, somma in cui rientrano anche i contributi versati dal datore di lavoro. Fermo restando il suddetto limite complessivo, la deduzione spetta anche se l’onere è sostenuto per familiari fiscalmente a carico. Con il meccanismo della deducibilità, quindi, i contributi versati alla Previdenza Complementare sino al limite di 5.164,57 euro, non costituiscono reddito imponibile ai fini IRPEF.
Un altro aspetto fondamentale delle previdenza complementare è quello utile alla pianificazione successoria. In caso di morte dell’aderente a una forma di previdenza complementare prima della maturazione del diritto alla prestazione pensionistica, l’intera posizione individuale maturata è riscattata dagli eredi ovvero dai diversi beneficiari dallo stesso designati. Inoltre le prestazioni erogate da una forma pensionistica complementare a un erede dell’aderente (o ad un diverso beneficiario designato dall’iscritto) sono escluse dall’applicazione dell’imposta di successione.
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