100 di questi giorni!

Fino a qualche tempo fa migliore augurio non potevamo ricevere.

Ma i tempi sono cambiati.

Oggi riuscire a vivere a lungo è sempre più frequente ma non è tutto oro ciò che luccica.

La longevità ha anche i suoi rischi.

Oltre a quelli più comuni legati alla salute la longevità è anche una delle più grandi sfide finanziarie a cui dovranno far fronte gli anziani di domani.

Secondo l’Istat in Italia entro il 2065 la vita media crescerà fino a 86 anni per gli uomini e fino a 90 anni per le donne e l’età media della popolazione sarà di oltre 50 anni.

E non solo: tra il 2045 e il 2050 la quota di «over 65» sarà vicina al 34%.

Un fenomeno che avrà effetti dirompenti sul mercato del lavoro, i sistemi pensionistici e il sistema sanitario pubblico.

Un aspetto che condizionerà le nostre vite e quelle dei nostri figli. Ma soprattutto le nostre finanze. 

Le maggiori criticità infatti riguarderanno soprattutto le tasche dei futuri centenari e dei loro eredi, che difficilmente potranno beneficiare dell’attuale aiuto economico fornito dai loro genitori e dai loro nonni. 

Un aiuto che oggi funziona da vero e proprio ammortizzatore sociale.

Ma che fare?

Come garantirsi un buon tenore di vita senza rischiare di sopravvivere ai propri risparmi?

La soluzione è pianificare per tempo una cifra da accumulare in età lavorativa, anche perchè prima si inizia a risparmiare meglio è. 

Un vero e proprio tesoretto da aggiungere alla pensione pubblica che sarà sempre più avara e ad un piano pensionistico complementare che tra l’altro gode anche di incentivi fiscali.

Un importo da raggiungere nel tempo magari mettendo da parte una cifra ogni mese fino all’età della pensione per poi realizzare un decumulo sereno in base al proprio fabbisogno. 

Di quanto è necessario disporre per poter ottenere una cifra adeguata al proprio fabbisogno finanziario?

Il conteggio non è semplice. Occorre tener presente molte variabili fra cui età anagrafica, capacità di risparmio e tenore di vita desiderato.

Inoltre trattandosi di un percorso molto lungo nel corso degli anni possono subentrare alcuni imprevisti.

Un consulente finanziario può sicuramente aiutarci in questa delicata e fondamentale analisi evitandoci l’errore peggiore:

non fare nulla.

Ho scelto la professione di Personal Advisor perché sono fermamente convinto che un consulente abbia il dovere professionale di stare accanto ai suoi clienti e accompagnarli lungo la strada della pianificazione finanziaria per renderla meno tortuosa e più gratificante. Certificato UNI ISO 22222
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Ho scelto la professione di Personal Advisor perché sono fermamente convinto che un consulente abbia il dovere professionale di stare accanto ai suoi clienti e accompagnarli lungo la strada della pianificazione finanziaria per renderla meno tortuosa e più gratificante. Certificato UNI ISO 22222